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04|05|2016

Il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) agreement va contro le logiche del turismo rurale sostenibile? Si

Categoria: News

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Chi si occupa di turismo rurale sostenibile e di Ospitalità Diffusa non può ignorare l'impatto degli accordi internazionali complessi ma capaci di influire profondamente su consumo e sul modo di fare marketing di cibi e bevande.

Tra il 22 e il 26 di febbraio scorsi a Bruxelles, si è svolta la 12ma fase del programma di negoziazione Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) per la liberalizzazine dei mercati delle merci e dei servizi. I vantaggi della liberalizzazione specie per i big-player (imprese, distretti, aree di produzione, paesi, ecc.) sono innegabili, ma esistono anche svantaggi che serve considerare e come vantaggi e svantaggi vengono distribuiti. Le principali obiezioni mosse dai critici riguardano cinque aspetti:

  • Nei capitoli letti non si trovano riferimenti alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions), stabilita quasi 70 anni fa e compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation la quale permette agli stati di intervenire “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”.
  • Gli Accordi sul Clima di Parigi avevano sortito la decisione di mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica in grado di coplire milioni di persone in tutto il mondo. Nei testi sul TTPI consultabili non ci sono riferimenti alla protezione del clima.
  • Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato UE, non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolatoria”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti. D’altra parte, la posizione è di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle e questo riduce le capacità del legislatore di definire misure preventive riguardo a sostanze chimiche particolarmente pericolose o note quali le interferenti endocrine (c.d. hormone disruptors). Questo equivale di fatto a sospendere il principio di precauzione.
  • I documenti mostrano chiaramente che l’industria è stata coinvolta nel processo di negoziazione e che ha preso voce su decisioni importanti fin dalle sue prime fasi. Al contrario, il rapporto è stato secretato a lungo ed è stato reso reso noto di recente all'opinione pubblica. Le associazioni dei consumatori e la comunità civile sono state tenute all'oscuro dei contenuti del trattato per diverso tempo.
  • Il documento riassuntivo dell’UE (link) ha solo un piccolo riferimento al contributo delle imprese, mentre i documenti citano ripetutamente il bisogno di ulteriori consultazioni con le aziende e menzionano in modo esplicito come siano stati raccolti i pareri delle medesime. Il coinvolgimento dei big-player è stato immediato.

In definitiva, sembra che i vantaggi e gli svantaggi del TTIP riguardano rispettivamente i big-player e autorità locali o piccoli produttori.


Il compito della SISAD è aiutare i piccoli produttori e le autorità locali meno remissive a diventare resilienti, ossia a "girare" la forza di un trattato internazionale come il TTIP a proprio vantaggio per difendere la salute, tutelare l'ambiente, proteggere l'occupazione nelle piccole, piccolissime e microimprese che costituiscono l'asse portante della nostra economia.

Scopri come, scrivendo a: info@sisad.it.


Leggi sull'argomento:

Il Sole 24Ore, 04 Maggio 2016: Francois Hollande chiude al TTIP

Il Sole24Ore, 03 Maggio 2016: Il TTIP ridurrà le tutele ambientali

Il Rapporto della London School of Economics, 2013, che getta pesanti ombre sul TTIP: Costs and benefits of an EU-USA investment protection treaty




 
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