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03|06|2016

Creare 500 nuovi paesi albergo virtuosi dal 2016 al 2020 in Italia: una "missione possibile"?

Categoria: News

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Si. A patto di fare le cose con senso di responsabilità.

Legambiente ha reso noti da pochi giorni i risultati dello studio "PICCOLO (E FUORI DAL) COMUNE. Cosa sta cambiando nell’Italia dei piccoli comuni".

Al di la dell'iniziativa che merita tutto il nostro appoggio, emergono in modo chiaro i problemi ma anche le GRANDI potenzialità inespresse dei Piccoli Comuni italiani.

Cito letteralmente questo studio:

  • In Italia ci sono 5.627 comuni al di sotto di 5.000 abitanti, ovvero piccoli comuni (PC), pari al 69,9% del totale dei comuni del Belpaese (8.047). La maggior parte dei comuni sono molto piccoli: quelli con una popolazione tra 0 e 2.000 abitanti sono 3.532, ossia il 43,8% di tutti i comuni italiani e il 62,6% dei piccoli. Le regioni con la presenza più significativa di piccoli comuni (PC) sono, nell’ordine, il Piemonte (1.068), la Lombardia (1.061), la Campania (335) e la Calabria (323).
  • Di questi 2.430 soffrono un forte disagio demografico ed economico; piccoli borghi che occupano il 29,7% della superficie territoriale nazionale, oltre 89mila kmq, una densità abitativa che non raggiunge i 36 abitanti per kmq quasi 13 volte meno rispetto ai comuni sopra i 5mila abitanti.
  • Negli ultimi 25 anni (dal 1991 al 2015) in questi territori si è registrato un calo della popolazione attiva (675mila abitanti in meno, cioè il -6,3% nei comuni sotto i 5000 abitanti), 1 su sette se ne è andato, un aumento di quella anziana (gli ultra 65enni a fronte dei giovani fino ai 14 anni sono aumentati dell’83%), con oltre 2 anziani per 1 giovane.
  • Le case vuote sono 1.991.557 contro le 4.345.843 occupate: una ogni tre è vuota.
  • Qui, negli ultimi 25 anni l’ospitalità turistica è cresciuta di appena 21%, passando da 1,12 milioni di posti letto a 1,36.
  • I piccoli comuni si dimostrano circa 4 volte turisticamente meno produttivi, considerando offerta di posti letto e tasso di utilizzazione. 

Considerato che ogni Piccolo Comune è articolato in una o più frazioni, è ragionevole pensare che almeno il 10% dei Piccoli Comuni (circa 562) abbiano le potenzialità per offrire almeno una proposta di Paese Albergo o del più restrittivo Albergo Diffuso. I progetti nuovi non mancano. Allo stadio attuale i "soli" progetti di Albergo Diffuso sembrano superare le 300 unità. Come mai solo pochissimi progetti danno vita a un prodotto vero e proprio?

Una questione da affrontare in modo effciace è che solo di rado i progetti si trasformano in prodotti concreti e in organizzazioni che offrono possibilità di lavoro ai residenti. Questa mancata trasformazione (dal progetto all'impresa) è una questione nota e su cui lavoriamo da tempo.   

Una seconda questione è che, per poter pagare i costi di organizzazioni che gestiscono case distanti centinaia di metri le une dalle altre, il fatturato di un albergo con lo stesso numero di camere non basta. Serve adottare modelli organizzativi molto più agili, snelli ed efficaci rispetto a quelli adottati da un Albergo tradizionale o anche da un Albergo Diffuso tradizionale.

La terza questione da affrontare è come accelerare la produzione sia di nuovi progetti mirati, sia di reddito nelle imprese per l'Ospitalità Diffusa in modo da compensare i costi fissi (40% superiori a un albergo tradizionale con lo stesso numero di camere) e dare più possibilità di lavoro e d'impresa ad iniziare dai residenti.  Su questo lavoriamo dal 2004 e abbiamo scritto un primo libro (Ripartire dalla bellezza) nel 2012; sappiamo però che la strada è ancora lunga.

L'obiettivo per cui lavora la SISAD è: 500 nuovi Paesi Albergo dal 2016 al 2020. Ecco perchè mettiamo a disposizione il nostro know how a cordate interessate a produrre risultati che restano a lungo in quest'ambito e cerchiamo alleati strategici. Se interessato, scrivici a: info@sisad.it





 
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